La fotografia durerà poco, per l'evidente superiorità della pittura. Journal des sçavans (1829).

La fotografia durerà poco, per l’evidente superiorità della pittura – Journal des sçavans (1829)

Questa frase è stata pubblicata nel 1829 sul periodico francese ‘Journal des sçavans’, il primo giornale scientifico d’Europa stampato sin dal 1665.

Ai giorni nostri questa affermazione sembra una clamorosa sciocchezza, ma se la contestualizziamo nel periodo delle Guerre Napoleoniche, ossia in controtendenza rispetto al periodo rivoluzionario che si era appena concluso, potremo scoprire che le motivazioni erano più che valide.

Iniziamo col passato, dalla preistoria fino al XX secolo le rappresentazioni pittoriche si sono concentrate sulle attività umane perché la pittura era l’unico mezzo con cui poter rappresentata la realtà.

Continuiamo nella Francia ottocentesca, un periodo in cui la corrente artistica del Romanticismo la faceva da padrone con pitture coinvolgenti che amplificavano la realtà meglio dei filtri che oggi usiamo su Instagram.

E arriviamo al giorno in cui Louis Daguerre, considerato il padre della fotografia, conosce Joseph Nièpce e assieme fondano l’associazione per il perfezionamento dei materiali fotosensibili, i cui studi porteranno all’invenzione del dagherrotipo, ossia la prima macchina fotografica.

Come poteva una brutta foto sfocata in bianco e nero, competere con un bellissimo quadro a colori che ti celebra in una posa immortale?

Scommetto che anche ai giorni nostri, preferiremmo tutti essere ritratti in un quadro di Hayez piuttosto che in una foto! :)

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